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#DSetup / Parte 12ª / L’Apple Mac mini M1 del 2020 diventa il Mac del D-Setup. Quali vantaggi per i Disabili offre il SoC M1?

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L’Apple Mac mini M1 del 2020 è diventato il Mac del D-Setup grazie anche alle innovative prestazioni e funzionalità derivanti dal SoC M1 “Made in Apple” che rende i computer della mela ancora più appetibili da parte dei Disabili ma non solo.

L’Apple Mac mini M1 del 2020 diventa il Mac del D-Setup per peculiarità che lo rendono molto vicino alle esigenze dei Disabili.
Il progetto D-Setup nasce circa un anno fa quando decisi di ammodernare il mio Setup che, essendo di un Disabile, ribattezzai D-Setup per continuare la filosofia molto concreta che ho messo nel mio libro “Riprogettiamo il D-Mondo”.

Quando Apple annunciò il Mac mini M1 del 2020 non svelò solo un nuovo computer perché in realtà si trattava di un Mac tutto nuovo, l’articolo vi spiegherà il perché.

Dall’imballaggio all’operatività nel D-Setup

Disabili DOC – L'immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ancora nella confezione

L’immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ancora nella confezione e in basso a destra si intravvede il cassetto della “tastiera di backup” della quale si è parlato in questo articolo: «#DSetup / Parte 11ª / Cos’è la “tastiera di backup”? Una previdente soluzione per Disabili».

Il Mac mini M1, come tutti i prodotti Apple, è minimalista anche nella confezione.

Essendo Disabile, e non potendo spacchettarvelo come invece hanno fatto molti YouTuber, ho voluto proporvi qualche immagine del cucciolo così come mi arrivò da Informatica Biella che è da sempre il mio negozio di fiducia.

Dovetti aspettare qualche giorno perché volli una configurazione non standard, ossia un Mac mini M1 con:

  • Chip e…
    Chip Apple M1 con CPU 8‑core, GPU 8‑core e Neural Engine 16‑core
  • RAM
    16GB di memoria unificata
  • Disco
    Unità SSD da 512GB
  • Porta Ethernet
    Gigabit Ethernet

Il costo, uno dei grandi pro, risultava essere di € 1.279,00 che sarebbero diminuiti a € 1.090,00 grazie al’IVA ridotta al 4% in base alla legge 104/92.
Decisi poi di ridurre ulteriormente l’esborso iniziale scegliendo la formula “Mezza rata” di Agos che avrebbe distribuito costo e interessi su 10 mensilità.

Quale altro Mac mi avrebbe dato tanto per soli 1.090 euro? Più avanti torneremo su questa riflessione.

Disabili DOC – L'immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ancora nella confezione

L’immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ancora nella confezione.

Sopra potete vedere il Mac mini M1 ancora nella confezione, ma destinato a quell’area di D-Setup.
Disabili DOC – L'immagine mostra il monitor HP Gaming Pavilion Gaming 32" abbinato al Mac mini M1 del 2020Sotto invece potete vederlo già inserito nel suo nuovo contesto. Il monitor HP Pavillon da 32″ (a destra) ora non è più il monitor esterno del MacBook Pro 15″ ma è diventato il display, lo schermo, del Mac mini che ha fatto sua anche la MX Keys for Mac di Logitech nonché la splendida trackball ExpertMouse di Kensington.
In breve questa è la dotazione accessoria del Mac mini M1 che però si completa con altri prodotti che esaminerò in un prossimo articolo.

Disabili DOC – L'immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ormai inserito nel D-Setup accanto al MacBook Pro 15" rilasciato a metà 2015

L’immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ormai inserito nel D-Setup accanto al MacBook Pro 15″ rilasciato a metà 2015.

Disabili DOC – L'immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ormai inserito nel D-Setup

L’immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 ormai inserito nel D-Setup.

Disabili DOC – L'immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 e relativi collegamenti

L’immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 e relativi collegamenti.

L’immagine qui sopra mostra invece i collegamenti diretti al Mac mini M1.
Partendo dall’alto potete notare il cavo di alimentazione, a seguire c’è il cavo HDMI che collega il Mac al monitor mentre Il cavo di colore argento occupa una delle due porte USB-A per collegare il computer con un HD Toshiba da 4 TB sul quale vengono anche eseguiti i backup di Time Machine; per finire nella porta USB-A di destra è stato collegato un ottimo Hub USB-A 3.0 al quale, per ora, sono solo state occupate 2 porte su 4 con i seguenti collegamenti: il cavo bianco collega al Mac mini M1 una vecchia tastiera USB di Apple che funge da “tastiera di backup” alla quale è anche collegata la trackball di cui sopra, per finire c’è un cavo USB-A 3.0 che inizia una lunga e molto ben organizzata rete USB che sarà prossimamente oggetto d’esame.
Per il momento le porte USB-C non sono state occupate, ma c’è qualcosa nell’aria…

Perché proprio il Mac mini M1

Per motivi pratici, legati alla mia disabilità, iniziai a utilizzare i portatili nel 2003 quando Apple lanciò l’Epico PowerBook G4 da 17″.

Con gli anni le esigenze cambiano e quindi l’obiettivo era sicuramente un Mac M1, ma che sfruttasse appieno tutto ciò che già avevo. Cosa si poteva chiedere di meglio di un Mac mini M1?
Qualunque cifra che avessi speso non sarebbe stata, così, gonfiata da elementi di cui non avevo bisogno come tastiera, display e touchpad; avrei solo acquistato il cuore del D-Setup alla potenza desiderata.

Disabili DOC – L'immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 visto nella sua interezza

L’immagine mostra il Mac mini M1 del 2020 visto nella sua interezza.

Il tallone d’Achille, anche rispetto ai Mac mini precedenti, e un ridotto numero di porte Thunderbolt / USB-C che passano da 4 a 2 sebbene diventino delle Thunderbolt 3 / USB-C 4; quello che in realtà mancava già prima erano 2 USB-A in più facilmente collocabili se messe in verticale.

… ma ci sono sempre gli Hub…

Disabili DOC – L'immagine mostra la parte posteriore del Mac mini M1 con tutte le porte disponibili

L’immagine mostra la parte posteriore del Mac mini M1 con tutte le porte disponibili.

Apple M1 batté Intel

Apple con il SoC – System on a Chip – M1 ha iniziato nel 2020 la sua 3ª grande transizione verso un futuro che oggi è tutto “Made in Apple”. Da sempre Apple non segue, ma viene seguita. Per questo e altri motivi ho potuto scegliere un nuovo sistema che, comunque, non era certo maturo al debutto, ma adeguatamente seguito e supportato da quasi tutti gli sviluppatori.

Un Mac con SoC M1 mi avrebbe permesso, per esempio, di eseguire sul Mac mini App native per iPad e quindi iPadOS; considerate poi che su iPadOS c’è la quasi totalità della produzione software sviluppata per iOS e quindi il gioco si fa interessante… A tal riguardo vi proporrò un video che varrà più di mille articoli.

Ecco perché Apple M1 batté Intel.

Il meglio al minor costo

In una dimensione di 19,7 x 19,7 centimetri di lato e uno spessore di 3,6 centimetri – un volume minimo – per € 1.090,00 avrei avuto la potenza desiderata e non avrei nemmeno dovuto riorganizzare il D-Setup.

Per quanto mi riguarda, il Mac mini M1 è oggi la migliore offerta desktop di Apple per l’uso che ne può fare un utente medio per scopi personali o lavorativi.

Questioni hardware

C’è poco da aggiungere a quanto già detto: se hai già tutto e ciò che ti manca è solo il cuore del D-Setup – il computer – l’attuale Mac mini è la scelta migliore che si possa fare.

Parliamo di software

La domanda che molti si ponevano era: «I software che mi servono, poi gireranno su questa nuova architettura?»

Come spesso accade, la risposta è scritta nei libri di storia.

La seconda stele: Rosetta 2

Quando Apple decise, anni fa, di passare ai Chip Intel emersero le problematiche e i dubbi su come e in quanto tempo gli sviluppatori avrebbero adattato i loro software. Per coprire quell’arco temporale c’era bisogno di una soluzione ponte. Apple scrisse e integrò nell’allora OS X un emulatore che si sarebbe chiamato Rosetta, come la famosa stele.

A distanza di anni ecco che Rosetta 2 gestisce quei software, anche molto impegnativi, che non sono ancora stati ottimizzati per i Chip M1, ma che comunque grazie a lei girano in emulazione.

Personalmente non ho mai avuto alcun problema. Rosetta 2 ha sempre agito con efficacia e in maniera completamente invisibile, in altre parole tutto funziona perfettamente.

O quasi…

È necessaria una precisazione.

Una rivoluzione hardware sottintende una necessaria e altrettanto importante rivoluzione software che è avvenuta con macOS 11 noto come Big Sur. Questa rara congiunzione astrale ha portato con se tanti e tali cambiamenti da obbligare alcuni sviluppatori a ripensare i propri software.

Un esempio decisamente nobile e importante ci viene da USB Overdrive dell’italiano Alessandro Levi Montalcini – Guru a livello planetario – che ha dovuto riscrivere completamente un software storico che con Big Sur passa alla versione 5.0 ma che, a oggi, è ancora proposto come versione beta giunta alla numero 7 con macOS 11.4.

Questo è solo un esempio utile a evidenziare da una parte la complessità di una transizione e dall’altra la buona volontà e il costante impegno degli sviluppatori.

Fra tanti “bravi ragazzi” c’è ancora qualche mefistofelico…

È vero che fra tantissimi sviluppatori, la maggioranza, che hanno ottimizzato o anche solo adeguato i loro software al binomio M1 e Big Sur vi è anche chi non ha aggiornato il proprio applicativo.

Questi soggetti, singoli o società, penso siano più legati al business anziché al buon nome del loro software che poi definisce anche il valore della softwarehouse che lo sviluppa. Per eleganza non cito i pochi casi con cui mi sono dovuto confrontare, ma vi assicuro che si trattava di soluzioni molto marginali e facilmente sostituibili spesso a costo zero.

A perdere non è quindi il nuovo mondo M1 quanto il buon nome di quei pochi mefistofelici che non mantengono le loro soluzioni software al passo con i tempi.

ARMiamoci e aspettiamo…

Windows su Mac è una realtà che risale alla precedente transizione di Apple ossia a quando i Mac iniziarono a montare Chip Intel. Le versioni x86 di Windows si potevano quindi installare utilizzando molteplici e differenti soluzioni che è inutile spiegare oggi.

Con l’avvento dei Chip M1 l’architettura degli stessi è cambiata diventando ARM. È certo che giungerà a breve una o più soluzioni che riporteranno Windows sui Mac. Forse una delle prime verrà proposta dal blasonato Parallels che è forse il visualizzatore numero uno da anni, quantomeno il mio preferito.

Vi ricordo che Microsoft sta lavorando, anche incentivata dagli eventi, alla versione ARM di Windows che è già realtà sebbene non acquistabile dal singolo consumatore, utente; al momento è disponibile solo per i costruttori di PC e per chi è regolarmente registrato al programma di beta testing.

È anche necessario considerare che Windows su Mac è unicamente una necessità lavorativa e molto di nicchia. Anche per questo motivo ai più non peserà aspettare, mentre invece i Professionisti certamente aggiorneranno i propri Mac quando anche gli M1 o Mx non offriranno più limitazioni in tal senso.

Differenti mondi, viaggio attraverso un “multiverso” di OS

Un anno fa, quando diedi vita ai progetti D-Setup e iD-Domus, dovetti utilizzare sull’iPhone svariate App come Tenda WiFi, VOCOlinc, Shelly Cloud e…

Oggi grazie al SoC M1 posso eseguire le stesse applicazioni anche su Mac mini e gestirle con tastiera e trackball mentre le visualizzo in grande. Vi posso garantire che è tutta un’altra vita!

Disabili DOC – L'immagine mostra il monitor 32" abbinato al Mac mini M1 del 2020 mentre sono aperte le App Tenda WiFi, VOCOlinc e SuperGuidaTV

L’immagine mostra il monitor 32″ abbinato al Mac mini M1 del 2020 mentre sono aperte le App Tenda WiFi, VOCOlinc e SuperGuidaTV

Ecco perché un contenitore “scatoletta” – la definizione è di Maryam – come il Mac mini con Chip M1 diventa di fatto un “multiverso” di OS, l’ambiente nel quale convivono e operano App native per macOS, iPadOS e chissà cos’altro in futuro.

Credetemi, per un Disabile è una soluzione imperdibile!

Ho sbagliato qualcosa?

Certo che sì. Non fosse altro che chi agisce sbaglia… ma vediamo quali sono state le mie scelte sbagliate.

Non molte, anzi, direi una: non aver acquistato il Mac mini M1 con un SSD da 1 TB.

Oggi infatti sul Mac l’SSD da 512 GB ospita due Volumi: “CaFi Work M1” contiene l’ambiente di lavoro con la versione corrente di macOS che attualmente è la 11.4 Big Sur, mentre ”macOS Beta” contiene il macOS di domani che oggi è macOS 12 Monterey disponibile nella forma definitiva presumibilmente a metà o fine ottobre.

Con 1 TB di SSD avrei potuto fare ciò che ho di fatto realizzato, ma avrei potuto importare nel volume “macOS Beta” tutto il mio account lavorativo e avere così un quadro più completo sul nuovo macOS.

Ecco, questo credo sia stato l’unico vero errore esaltato dal fatto che sui Mac M1 cambiare SSD dopo l’acquisto non è fattibile; il Mac come nascerà morirà, la scelta iniziale dovrà quindi essere ben ponderata.

Oggi i 16 GB di RAM sono forse anche eccessivi, ma sono ben felice della scelta fatta vista nella prospettiva di, almeno, un quinquennio; tempo durante il quale le App si evolveranno tanto da diventare più ghiotte di RAM.

In conclusione

Da fine febbraio a oggi il Mac mini M1 non ha fatto altro che confermare la bontà di una scelta che rifarei e certamente rifarò quando l’attuale Mac mini dovrà andare in pensione per raggiunti limiti di età.

Per un Disabile l’ecosistema Apple è tutta vita e autonomia che si esaltano di molto con l’avvento del “multiverso” di OS dato proprio dai SoC M1.

Penso sia il caso di rispolverare un tormentone pubblicitario di molti anni fa: «Provare per credere!»


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Prodotti primari

  • Informatica Biella

    Mac mini M1

    16 GB di RAM
    SSD da 512 GB
    Gigabit Ethernet

    € 1.090,00
    (IVA 4% L. 104/92)

Prodotti accessori

NOTA: in assenza di una vecchia tastiera USB da adibire a “tastiera di backup” è consigliata la tastiera USB di Matias.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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