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Intervista a Sowmya Sofia Riccaboni, direttrice del progetto Viaggiare Disabili

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I Disabili amano viaggiare come tutti quanti ma hanno la necessità di conoscere il grado di accessibilità delle strutture che li ospiteranno. Sowmya Sofia Riccaboni si racconta e spiega il progetto di ViaggiareDisabili.com.

Grazie all’amica Eleonora Goio un giorno conobbi Sowmya Sofia Riccaboni e si iniziò a parlare della sua carriera di giornalista ma soprattutto del suo incarico come direttrice responsabile del progetto ViaggiareDisabili.com.

Oggi vi propongo una splendida intervista che Sowmya Sofia ci ha concesso, per raccontare se stessa come Donna e Mamma che un giorno incontrò inaspettatamente la disabilità, nonché come responsabile di un progetto che vuole offrire al D-Mondo soluzioni conoscitive affinché ogni singolo Disabile possa valutare una struttura o un percorso e “viverlo” in base alle proprie esigenze.

L’intervista propone interessanti e molto acute osservazioni relative ai Disabili, ai loro atteggiamenti e agli atteggiamenti che ricevono da chi Disabile non è. Molto bella è la chiosa con la quale Sowmya Sofia Riccaboni invita, anche indirettamente, a intelligenti riflessioni.

Mi auguro che ViaggiareDisabili.com sviluppi con Disabili DOC l’opportunità di proporre al D-Mondo le proprie soluzioni, i propri consigli e tutto quanto può essere di utilità per vivere il viaggio o a scopi turistici o a scopi lavorativi.

Ora vi lascio alle parole di Sowmya Sofia Riccaboni.

D: Buongiorno Sofia, partiamo dalla domanda “mappamondo”. Chi è Sowmya Sofia Riccaboni?

R: Sono prima di tutto mamma, in secondo luogo da 3 anni mamma in sedia a rotelle. Dal 2009 circa blogger. Dal 2013 direttrice del progetto Viaggiare Disabili per l’associazione L’ancora.

D: Anche tu sei giunta al D-Mondo inaspettatamente, a causa di una patologia latente. Puoi raccontarci come hai vissuto la transizione da donna normodotata a D-Donna?

R: Dunque. Come dici tu è capitato in modo inaspettato. Avevamo un sospetto della presenza della malattia ma nessuna certezza. La certezza è arrivata quando nel settembre 2013 non sono più riuscita a stare in piedi e da allora a camminare senza rischiare di cadere. È stato un passaggio obbligatorio quello della sedia a rotelle. Nessuna tragedia comunque. È solo un diverso mezzo di locomozione. Per alcuni versi più comodo fatico meno. In altri casi mi impedisce alcune cose, ma le mie limitazioni sono minime. Cerco di fare tutto quello che facevo prima, magari con qualche adeguamento.

D: Oggi ti conosciamo come curatrice del progetto ViaggiareDisabili.com, il progetto è nato come ricerca di soluzioni alla mobilità. Ci puoi raccontare nel dettaglio cos’è ViaggiareDisabili.com?

Disabili DOC – Sowmya Sofia Riccaboni mentre sta osservando strutture e percorsi da valutare come accessibili

Sowmya Sofia Riccaboni mentre sta osservando strutture e percorsi da valutare come accessibili.

R: Il progetto nasce come fare una mappatura delle strutture in base all’accessibilità. Non cerchiamo di dire se una struttura è o non è accessibile. Viaggiare Disabili vuole rendere il disabile attivo nella scelta della struttura in base alla sua autonomia. Ognuno di noi è diverso dall’altro nelle sue richieste specifiche. La cosa migliore che si possa fare è dare un’idea chiara di come sia fatta una struttura. In questo modo la persona disabile può capire se quella struttura è fatta per lei o no. La disabilità non è solo motoria. Sapere se una struttura è accessibile o meno a una sedia a rotelle è riduttivo. Servono tantissime altre informazioni che ad oggi non si trovano nei siti internet e che invece renderebbero l’esperienza vacanza, viaggio, molto più confortevole.

Disabili DOC – Sowmya Sofia Riccaboni con il suo gruppo di Viaggiare Disabili

Sowmya Sofia Riccaboni con il suo gruppo di Viaggiare Disabili.

Disabili DOC – Sowmya Sofia Riccaboni all'ingresso di una struttura che verrà valutata dallo staff di Viaggiare Disabili

Sowmya Sofia Riccaboni all’ingresso di una struttura che verrà valutata dallo staff di Viaggiare Disabili.

D: ViaggiareDisabili.com è in fase evolutiva. So che state prevedendo un’importante implementazione del sistema che gestisce l’iniziativa sul web. Ci puoi anticipare qualcosa?

R: Stiamo finendo di implementare un sistema che permetta all’utente di prenotare la struttura in base alle sue necessità specifiche senza necessariamente chiamare, o mandare email. Ci sono già progetti simili ma nessuno veramente operativo. Noi stiamo raccogliendo i dati di Viaggiare Disabili e grazie all’illuminazione di un giovane che ha visto una buona opportunità di business saremo presto online con un sistema unico.

D: Sofia è anche giornalista, come lo era prima di diventare Disabile. Come percepisci la comunicazione in ambito D-Mondo? Quali sono gli scogli da superare nel trattare l’argomento disabilità anche in relazione al progetto ViaggiareDisabili.com?

R: Sono una giornalista “scalza” ovvero senza tesserino. Per scelta. Dirigo come direttore editoriale una testata online dal 2009. La comunicazione fa “acqua” da ogni parte, in ogni ambito, in Italia. Nel D-Mondo, come lo chiami tu, è quasi completamente carente. Si parla di disabili quando ci sono tragedie, quando capitano eventi (vedi l’edizione di Sanremo che ha visto ospite un disabile e ora tutti ne parlano). Ma poi la disabilità non fa notizia. È sempre una cosa che riguarda “altri”. Fino a che non ci riguarda personalmente si cerca di non parlarne, si sorvola sull’argomento.

D: ViaggiareDisabili.com sono convinto possa soddisfare la voglia di mobilità di molti Disabili. Puoi consigliare ai nostri lettori qual è l’approccio più corretto per ottenere il massimo dal Vs. portale?

R: La prima cosa è ricordarsi sempre che viaggiare vuol dire adattarsi. Nessun viaggiatore, anche normodotato, viaggia senza adattarsi un minimo. Poi si deve avere ben chiaro cosa si vuole da una struttura. Cosa ci serve e cosa invece è solo un capriccio. A volte ci si fissa su cose che sono non indispensabili e che potrebbero inficiare la buona riuscita della vacanza.

D: La Vs. attività è quella di avvicinare chi offre un servizio a chi ne cerca uno evoluto, particolare, in linea con le proprie esigenze. Vi trovate quindi a correlare la domanda con l’offerta al di fuori dei soliti schemi base. Qual è l’atteggiamento, ad esempio, degli albergatori come erogatori di un servizio e quello dei Disabili come fruitori dello stesso?
Dove dovete mediare per offrire il massimo alle due distinte realtà?

R: Gli albergatori sono molto restii quando si parla di disabili perché non si rendono conto che alla fine sono persone normalissime. In genere fanno mille obiezioni convinti di non avere modo di rispondere alle eventuali esigenze del cliente. In realtà gli dimostriamo che non è vero e allora diventano molto disponibili. I disabili invece sono a volte molto fermi su quello che vogliono, non riescono a distinguere cosa sia veramente una necessità e cosa invece sia solo un capriccio di cui si può fare a meno per qualche giorno. In genere riusciamo a mediare questo aspetto.

D: So che ogni struttura che voi inserite nel progetto viene “vissuta” da te e dal tuo staff in maniera diretta per essere certi che corrisponda a quello che poi voi dichiarate. Qual è la metodologia di valutazione dell’accessibilità di una qualunque struttura sia hotel, museo o quant’altro?

R: La prima cosa, se si tratta di hotel, è dormirci. Dobbiamo vedere la struttura e viverla almeno per una notte. E poi parlare con il personale, è essenziale. Poi compiliamo una scheda, lunghissima, fatta di oltre 50 domande, in cui prendiamo “le misure” alla struttura. E facciamo foto. Stiamo anche cercando di implementare un sistema con dei video della struttura. Su questo ti tengo aggiornato.

D: Com’è stato recepito il Vs. progetto dalla categoria degli albergatori o comunque di chi offre servizi di pernottamento e/o soggiorno?

R: All’inizio con diffidenza, perché c’è chi di questa cosa ha fatto un business e gli hotel si sentono sfruttati. Ma quando capiscono che siamo una associazione allora le cose cambiano. Sono tutti molto contenti, anche i comuni, con cui ci interfacciamo spesso, sono molto disponibili.

D: Per un Disabile poter essere certo della struttura e dei percorsi che dovrà “vivere” è estremamente importante per l’aspetto turistico. Avete registrato anche interesse da parte di eventuali Disabili che vivono lo spostamento come necessità lavorativa?

R: Le strutture che inseriamo nel circuito sono situate sia in zone turistiche che in pieno centro città, quindi adatte ad ogni esigenza. Ad ora sono state molte le richieste per turismo, alcune per salute, nessuna per lavoro (a parte le mie). Ma non credo tarderanno ad arrivare anche quelle.

D: Mi hai parlato di un catalogo cartaceo. Come si può avere?

R: Mandando una email a viaggiaredisabili@gmail.com e iscrivendosi all’associazione.

D: ViaggiareDisabili.com è oramai una realtà consolidata. Quali sono, comunque, gli obiettivi di crescita per essere sempre più presenti sul territorio?

R: Abbiamo attivato una serie di circoli, e ogni giorno riceviamo richieste per nuovi punti. Inoltre stiamo avviando una bellissima collaborazione con una società per fornire dei mezzi ai circoli per lo spostamento dei disabili. Perché un disabile ha spostamenti gratuiti se si sposta per salute. Ma se vuole andare al cinema, per esempio, e non ha amici che lo accompagnano rischia di scontrarsi con il servizio taxi senza pedane, autobus e mezzi pubblici non attrezzati etc. Con i mezzi dati ai circoli possiamo coprire a un costo ridottissimo questa necessità. Parliamo di un servizio per i soci, quindi non è un noleggio con conducente, ne un noleggio del mezzo. È un puro servizio dato ai soci dell’associazione.

D: Durante la nostra prima chiacchierata telefonica mi parlasti di come conoscere determinate strutture significhi anche diventare consapevoli che, seppure Disabili, è possibile vivere una determinata esperienza ludica o sportiva. Qual è la tua sensazione in merito all’audacia dei Disabili nel vivere nuove esperienze laddove siano accessibili?

R: Mah, in genere quando vedono le foto di quello che faccio io mi “lodano” per il mio coraggio. In realtà io faccio le stesse cose che facevo prima o che avrei fatto anche prima. Quindi per esempio vado a sciare, faccio parafly. E vedo che di disabili che fanno sport, per esempio, ce ne sono tanti. Molti invece non sanno che possono farlo, o perché gli è sempre stato detto che era impossibile e ora ci credono, o perché non sapevano dell’esistenza di certe possibilità.

Disabili DOC – Sowmya Sofia Riccaboni sulle nevi di Bardonecchia mentre si avvia a sciare in compagnia di Dario Capelli del circolo Viaggiare Disabili di Bardonecchia

Sowmya Sofia Riccaboni sulle nevi di Bardonecchia mentre si avvia a sciare in compagnia di Dario Capelli del circolo Viaggiare Disabili di Bardonecchia.

Disabili DOC – Sowmya Sofia Riccaboni, è iniziata la discesa in compagnia di Dario Capelli. Viaggiare Disabili non valuta solo l'accessibilità delle strutture ma anche dei percorsi, in questo caso sciistici

Sowmya Sofia Riccaboni, è iniziata la discesa in compagnia di Dario Capelli. Viaggiare Disabili non valuta solo l’accessibilità delle strutture ma anche dei percorsi, in questo caso sciistici.

D: Siamo quasi giunti al termine dell’intervista. Qual è il messaggio che vuoi dare ai Disabili, e forse anche a chi non lo è, relativamente al gusto di poter viaggiare e muoversi in libertà e autonomia?

R: In realtà non c’è necessità di fare un messaggio specifico per i disabili. Siamo tutti uguali, e si auspica che anche nel viaggiare si possa arrivare ad essere tutti nelle stesse possibilità di scelta. Possibilità di muoversi da soli, senza un parente o un accompagnatore pagato perché non so cosa trovo.

D: Io ti ho conosciuta grazie all’amicizia che è nata con Eleonora Goio. Tu, come lei, sei giunta alla disabilità inaspettatamente. Puoi dare, a chiosa di questa intervista, un tuo messaggio a coloro che si credono immuni da un evento storico che potrebbe essere la disabilità? Puoi trasmettere a loro quanto tu hai vissuto affinché si inizi a pensare che la disabilità, e tutto il suo mondo, è “un affare di interesse collettivo”?
Grazie Sowmya!

R: Quando parlo con lo staff negli alberghi lo faccio seduta sulla mia sedia a rotelle. In genere alla fine delle spiegazioni (che sono quasi sempre molto tecniche) utilizzo quelle poche forze che ho per alzarmi in piedi e fargli vedere che anche io fino a tre anni fa ero come loro. Uso foto di me con mia figlia (che ora ha 6 anni) prima e dopo. Nessuno può sapere cosa succede tra un minuto.
Nessuno è immune da incidenti e malattie. Ma la cosa che riguarda veramente tutti è la vecchiaia. Nessuno è immune dall’invecchiare. E invecchiando le barriere architettoniche diventano ostacoli enormi. Anche perché la nostra mente non registra l’invecchiamento come un ostacolo. Se il mondo fosse più aperto a tutti non ci sarebbero problemi per nessuno. Non serve essere disabili per avere un problema di barriere. Una mamma con passeggino trova le stesse difficoltà che ho io con la sedia a rotelle.

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Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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