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I Caregiver famigliari portano l’Italia sul banco degli imputati

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La commissione petizioni convoca il Coordinamento famiglie Disabili gravi e gravissimi per ascoltare la loro richiesta d’aiuto come Caregiver famigliari.

Ogni famiglia ha la sua storia. Vi sono poi famiglie con storie particolari e spesso sconosciute, sono le famiglie all’interno delle quali vi è un membro disabile. Un figlio, un coniuge o altro parente stretto che caratterizzerà fortemente la vita di qualunque nucleo familiare. Vi sono poi molte realtà che scelgono di dedicarsi completamente a quel loro membro che ha bisogno di aiuti quotidiani e spesso 24 ore su 24.

Un familiare si prenderà cura del Disabile con la convinzione che questo viva meglio in seno alla famiglia anziché in una struttura dedicata dove gli mancherebbe il calore dei familiari e l’ambiente che è la sua casa.

Il parente, quasi sempre madre o padre, che si prende cura del Disabile in maniera continuativa è conosciuto come Caregiver. Questa definizione moderna descrive però una figura che esiste da sempre, una figura che si dedica al Disabile annullando se stessa e rinunciando, quasi sempre, alla vita che avrebbe potuto vivere. Ha così origine una dedizione totale che terminerà solo o con la vita del Disabile o con la vita dello stesso Caregiver.

Quando in una famiglia nasce un Disabile o qualcuno lo diventa la realtà di tutto il nucleo si trasforma. La metamorfosi interessa ogni aspetto: l’equilibrio fra gli affetti, l’encomia della famiglia, e la possibilità di “vivere” la vita familiare come prima. Spesso uno dei coniugi fa la scelta di ritirarsi dalla vita lavorativa per dedicarsi a chi ha bisogno di costante sostegno. Questa figura, questo Caregiver, inizierà a essere un fantasma per la società, colui che sparisce dal mondo visibile per condividere, molto spesso, una reclusione forzata, degli arresti domiciliari vissuti “senza aver commesso il fatto”.

Il Coordinamento famiglie Disabili gravi e gravissimi per ottenere dallo Stato italiano la giusta attenzione per quei familiari che si dedicano completamente a chi ha bisogno di loro, in virtù di una totale assenza governativa a sostegno di questo problema, ha pensato di raccogliere le firme necessarie per portare a Bruxelles il problema che porta quindi sul banco degli imputati una nazione latitante, assente, incapace di aver pensato ciò che all’estero è realtà da anni: una normativa giuridica a sostegno di chi gestisce in casa propria un soggetto che altrimenti sarebbe affidato agli oneri della sanità pubblica o strutture convenzionate.

Con le 30mila firme già raccolte Maria Simona Bellini e Chiara Bonanno partiranno per Bruxelles per rispondere a una procedura d’urgenza così attivata proprio per l’evidente gravità di una lacuna giuridica e di un’assenza totale a livello governativo: l’Italia finisce sul banco degli imputati per non aver previsto il bene di chi invece vuole molto bene ai propri familiari Disabili.

Nell’intervista rilasciata alla Adnkronos la Dott.ssa Simona Bellini così si esprime: «Si tratta della petizione con più firme mai arrivata davanti alla Commissione. Siamo già a più di 39mila firme, contiamo di andare a Bruxelles con 40mila firme.
È un privilegio concesso a pochissime petizioni e se siamo arrivati a questo risultato è stato anche per merito di coloro che hanno fatto di tutto per raccogliere firme e coinvolgere altre persone in questa battaglia di civiltà. Se l’Italia, con mille scuse ma per interessi economici di pochi, continua a “snobbarci”, l’Europa ci offre la massima attenzione. Questa è una grande vittoria per tutti noi caregiver familiari.».

Quando la Bellini si riferisce agli interessi economici di pochi sottintende il privilegio da parte dell’Italia rivolto ai finanziamenti destinati a sostenere strutture che ospitano i Disabili, e che quindi li tolgono dalla propria realtà familiare, anziché investire su realtà individuali che comunque svolgono un lavoro altrimenti attribuito a qualcun altro. Con una sola differenza: il Caregiver non percepisce stipendio ma cosa ancora più grave non ha opportunità di maturare anni di contribuzione per giungere a una propria garanzia pensionistica.

La Bellini ricorda i diritti negati ai Caregiver familiari: «Attualmente e irragionevolmente negati, tra i paesi civili, solamente in Italia, quali quello al riposo, alla salute, alla vita sociale, in un contesto di moderna schiavitù sommersa, perpetrata quotidianamente proprio accanto a noi e di cui molti sono all’oscuro, indotta dalla costrizione operata da amministrazioni assenti e sotto la costante minaccia che le persone care possano restare senza alcuna assistenza.».

Le parole conclusive della Bellini si riferiscono al fatto che se anche il Disabile ha un proprio Caregiver familiare questo può sempre ammalarsi, venire a mancare o comunque essere costretto ad allontanarsi dalla propria missione per un certo periodo. In altri stati europei non solo la figura dei Caregiver è sostenuta ma c’è anche chi prevede il diritto che il Caregiver familiare abbia un sostituto nel caso in cui, per mille motivi, dovesse allontanarsi dalla propria missione.

Pensate che anche la Grecia nelle proprie condizioni finanziarie fa più di quanto non faccia l’Italia, mentre invece in Germania il sistema sanitario-assicurativo da diritto al Caregiver di avere dei contributi previdenziali garantiti sempre che dedichi un minimo di 14 ore alla settimana al Disabile nonché una sostituzione domiciliare in caso di malattia. In Francia sono previste forme assicurative a tutela dei Caregiver familiari che potrebbero non poter operare anche in virtù di eventuali infortuni. A questo si aggiunge, in diversi casi, una indennità giornaliera che aumenta ulteriormente le tutele del Caregiver e del Disabile che assiste. In Spagna invece se il Caregiver diventa tale dovendo interrompere una carriera lavorativa gli sarà riconosciuta la prosecuzione contributiva in virtù di quanto era quella del proprio lavoro. Come ciliegina sulla torta abbiamo ancora un ulteriore privilegio in questo caso riconosciuto dalla Grecia ai propri Caregiver familiari: il diritto di chiedere il prepensionamento dopo 25 anni di contributi versati per dedicarsi completamente al proprio caro.

Giovedì 17 settembre Maria Simona Bellini e Chiara Bonanno avranno l’opportunità di “mettere alle strette” l’Italia grazie alla procedura d’urgenza ottenuta. Dobbiamo solo augurarci che qualora – e ci sembra inevitabile – l’Europa riconosca le ragioni esposte questa intervenga immediatamente per sanare una situazione che non sarebbe nemmeno dovuta giungere a tali livelli. Prevedere e assolvere a queste necessità doveva essere un fiore all’occhiello della politica italiana e di una società civile di un paese che ha scritto molte pagine di storia e che viene ammirato per il genio dei singoli ma, purtroppo, anche per la stupidità collettiva.

L’Italia è un grande paese a prescindere, auguriamoci che da oggi inizi a esserlo in tutto.

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