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Genny Mobility – Lettera aperta a Paolo: Imprenditore e D-New-Entry

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Genny Mobility: attraverso due articoli precedenti a questo abbiamo narrato la storia di Genny – oggi 2.0 – e del suo creatore Dott. Paolo Badano. Oggi la storia continua.

Dal suo genio a una Genny FEP

Nella stessa intervista le feci un’altra domanda: «La particolarità della domanda giunge dalla presenza di Disabili – come me – che camminano con difficoltà e hanno più padronanza di movimenti in un piede anziché nelle mani. È allo studio una soluzione per poter gestire altrimenti i comandi manuali? Magari con un comando a fiato o pulsanti gestibili con la punta della scarpa?».

La sua risposta fu ragionata e ragionevole ma non teneva conto di un dettaglio che le rivelerò dopo aver ricordato ai nostri lettori la sua risposta: «L’idea di studiare una Genny ad hoc per persone con lesioni diverse dalle mie, e anche più gravi o che coinvolgono la parte inferiore del corpo esiste da diverso tempo, ma come sa per sviluppare tutto questo servirebbero finanziamenti e ricerche che attualmente non siamo in grado si sostenere. Perciò tutti i nostri sforzi sono rivolti, in questo momento, a rendere Genny il più possibile sicura ed efficiente. In futuro ci concentreremo su soluzioni alternative e che affrontino un’evoluzione destinata a più persone con disabilità possibili.».

Il dettaglio di cui le parlavo prima è che il Direttore editoriale di Disabili DOC – quindi io – è Disabile e che quando suggerisce una soluzione è perché ne ha già intravisto la possibilità d’esecuzione.

Nel 1984 progettai e realizzai una periferica che mi permetteva di usare il Lisa 2 di Apple con i piedi per quanto concerneva la gestione del mouse; la cosa però più strabiliante fu che non venne modificato il Lisa 2 e che lo stesso era usabile anche da altre persone, avevo messo in parallelo due mondi: il mio e quello di chi usava il Lisa 2 per come era nato.

Parliamo di 31 anni fa, quello fu progresso culturale.

C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti. (Henry Ford)

Partendo dal presupposto che determinati Disabili non sono autonomi neppure su una carrozzina elettrica vediamo come rendere Genny un prodotto quasi per tutti e ampliare il mercato di oggi a un bacino molto più vasto.

Modifichiamo Genny lasciandola invariata

Osservate l’immagine che segue e comprenderete che Genny 2.0 oltre che bella e geniale è anche semplice da gestire. Tutto è riconducibile alla pulsantiera e all’infokey che comunica con la centralina di Genny via WI-FI.

Disabili DOC – Genny Mobility, i comandi di Genny 2.0

Purtroppo non ho specifiche su tutte le funzionalità dell’infokey, avanzerò quindi due ipotesi.

Rendere Genny utilizzabile attraverso i piedi o attraverso pulsanti, bottoni o mini cloche azionabili ad esempio con il mento o con le stesse mani ma in posizioni più comode è semplice.

I 3 pulsanti che sono presenti sulla pulsantiera non usano il WI-FI – presumo – per motivi di sicurezza. La certezza della conduzione di un comando via cavo non può essere paragonabile allo stesso input inviato via WI-FI. Semplici interferenze potrebbero minare la sicurezza che è primaria nella filosofia di Genny Mobility.

Per duplicare i comandi della pulsantiera per un uso uguale e parallelo è banale:

  1. Indicatore a barra di LED – Semplicemente non va replicato, ergo non è un problema da risolvere.
  2. Tasto attivazione luci – È semplicemente un comando ON/OFF, basterà un pulsante per replicare la funzione su una seconda “Plancia di comando”.
  3. 2º e 3º pulsante, entrata in funzione e/o stabilizzazione di Genny – Perché usare 2 pulsanti? Per sicurezza. Se non vengono premuti in contemporanea e per “X” secondi il comando è nullo. Una mano che funziona bene agisce in maniera naturale e, in sicurezza, preme. Una mano distonica o debole no.
  4. 2º e 3º pulsante, gestiti su una seconda “Plancia di comando” – Bene, dobbiamo replicare la sicurezza dei due pulsanti premuti contemporaneamente. Unificare tutto sotto un unico pulsante cancellerebbe la sicurezza della “doppia chiave”. Quindi agiremo di conseguenza: un interruttore verrà premuto per abilitare il circuito del secondo comando che sarà invece attribuito a un pulsante che se premuto per “X” secondi attiverà ciò che deve. La messa in moto di Genny avverrà solo quando l’azione sarà compiuta ma il primo interruttore sarà stato liberato, riportato nella condizione di circuito aperto. Così si saranno anche ripristinate le condizioni per una nuova azione. Ad esempio, se con la prima azione ci siamo messi in moto sbloccando e procedendo nell’utilizzo di Genny, la seconda azione necessaria, a rigor di logica, sarà fermarci e stabilizzare nuovamente Genny con la discesa dei piedini.

Dalla carrozzeria di Genny dovrà solamente uscire un cavo multipolare che giungerà alla seconda “Plancia di comando”. Essendo comandi in parallelo al 99% non dovrebbero richiedere alcuna modifica al progetto.

Veniamo all’infokey che di norma si usa con le mani ed è posizionato sul manubrio. È tecnicamente fattibile montare in parallelo due dispositivi WI-FI. Basterà quindi utilizzare il secondo come “terminazione nervosa” per la nostra seconda “Plancia di comando”. Quindi mentre il risultato dell’azione del nostro piede, mano o … chiude i circuiti dei pulsanti sul 2º infokey sul 1º noi visualizzeremo il risultato dell’azione compiuta.

Se l’infokey dovesse duplicare le funzioni della pulsantiera – cosa che dubito fortemente – tutto potrebbe avere luogo senza l’utilizzo di cavi.

Perché una seconda “Plancia di comando”

Vi sono molte disabilità e molti Disabili con differenti esigenze. Dotare Genny di comandi a piede o manuali ma riposizionabili su un bracciolo o in una posizione semi aerea vuol dire aprirsi a un mercato molto più vasto ma soprattuto rispettare attraverso l’attenzione tecnologica quei Disabili oggi tagliati fuori dall’utilizzo di Genny.

Personalmente sono sempre andato in bicicletta e senza mai causare danno né a me né ad altri. Non potrei però gestire i comandi di Genny mentre invece non avrei problema con il manubrio. Quest’ultimo, valutati certi video, potrebbe portare ad un comando elettrico attraverso un’azione meccanica: lo sterzo.
Se, ripeto se, così fosse anche sterzare potrebbe essere un’azione gestita da due semplici e banalissimi pulsanti.

In conclusione

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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