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C’è da formare un plotone di Assistenti Sessuali?

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Torniamo sull’argomento degli Assistenti Sessuali partendo da un ragionamento numerico ed economico per capirne l’attuabilità su scala nazionale.

Il tema relativo all’assistente sessuale è certamente un tema caldo. Non potrebbe esserci aggettivo migliore per definire un argomento che molti italiani per cultura, aborrono mentre magari frequentano prostitute o escort.

L’Italia è un paese di santi, poeti e navigatori ma è anche un paese latino, quindi dal sangue caldo. La letteratura descrive l’italiano come un grande amatore, uomo o donna che sia, tanto da essere un invito turistico a visitare il nostro bel paese.
In questa Italia di amanti perfetti c’è chi ha difficoltà a stringere una relazione sentimentale perché Disabile o semplicemente divertirsi come accade a giovani e meno giovani attraverso avventure di una notte o comunque brevi.

Oggi è l’11 agosto, l’Italia ha chilometri e chilometri di litorali con spiagge popolate da persone che prendono il sole, che si tuffano in mare e che costruiscono relazioni anche solo di una stagione, quelle che la filmografia celebra in commedie come Sapore di mare 1 e 2 dove viene esaltata proprio l’immagine del giovane che fugge dagli obblighi degli studi e incontra i primi amori.

Sicuramente nell’immenso mare di umanità vi sarà da qualche parte in Italia un Disabile modello che in vacanza baccaglierà un lui o una lei tanto da vivere quell’amore estivo descritto dalla storia e della vita reale e che tante volte non finisce col finire della stagiona ma porta a qualcosa di più.

Abbandonando la meravigliosa fantascienza e tornando con i piedi per terra guardiamo a quanti invece sognano solo quello che abbiamo appena decritto o quello che vedono accadere sotto l’ombrellone accanto al loro. Forse la mancanza di audacia nel tentare l’approccio estivo è anche data dalla scarsa fiducia in se stessi, dal fatto che non abbiamo mai sperimentato come un’altra persona reagirebbe difronte a un corpo caratterizzato in maniera particolare.

Qui si inserisce la filosofia di chi sostiene che si deve istituire l’Assistente Sessuale, ossia quella figura che ci permetterà con il suo intervento di conoscere la nostra sessualità e di sdoganare le nostre paure.
C’è però da chiedersi quanto sia attuabile un progetto che dovrà necessariamente essere di carattere nazionale per non soddisfare solo pochi fortunati.

Negli anni ’90 il Dott. Bressanello – all’epoca Presidente della Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare e oggi purtroppo già scomparso – calcolò che in Italia i Disabili gravi erano circa 700 mila. È difficile dire se questa stima sia corretta o attuale, non l’abbiamo verificata oggi perché non ci serviva, ci bastava quel numero per considerare quanto segue.

Se Max Ulivieri avrà successo e otterrà dal Parlamento italiano il riconoscimento della figura di cui stiamo parlando di quale entità dovrà essere il plotone di Assistenti Sessuali anche solo 700 mila Disabili?

L’Assistente Sessuale è una figura professionale, sarà un o una dipendente ASL – si presume – o un libero professionista in grado di rispondere a questa attività con fare formato e non improvvisato.

Valutare l’entità di questo esercito di assistenti è difficile. La difficoltà non è di carattere matematico, il problema risiede invece nella filosofia del progetto relativo all’Assistente Sessuale. In base a quello che è il manifesto del progetto ricordiamo che l’assistente sessuale non equivale a una prostituta o a un prostituto in grado di soddisfare un rapporto completo e continuativo nella storia. L’Assistente Sessuale per come è stato pensato è colui o colei che in un ristretto numero di sedute interagisce con il Disabile al solo fine di fargli conoscere il proprio corpo e offrirgli quella sicurezza che lo dovrebbe mandare allo sbaraglio nei confronti di un futuro partner.

Quindi i 700 mila Disabili non andranno gestiti in continuità di progetto perché il progetto stesso avrà una durata di un numero limitato di sedute. Considerato questo dettaglio possiamo immaginare che:

  1. La sanità italiana, o chi per essa, non formerà un plotone di Assistenti Sessuali in grado di soddisfare una richiesta contemporanea di almeno 700 mila unità lasciando in lista d’attesa molti Disabili aventi diritto che rimarranno ad attendere per un tempo indefinito, un tempo all’italiana.
  2. La sanità italiana, o chi per essa, sceglierà invece di prendere coscienza del peso della domanda e di formare un numero di assistenti ragionevolmente appropriato a 700 mila aventi diritto.

La prima ipotesi è la più plausibile. Consideriamo che soddisfare 700 mila richieste vorrebbe dire formare 35 mila persone. Il numero non è casuale. Abbiamo calcolato che un dipendente ASL, o un libero professionista, che lavora 8 ore al giorno può soddisfare 4 clienti a cui dedica un’ora e mezza e utilizza il tempo restante per gli spostamenti.

La seconda ipotesi è che partendo da provincie pilota o ancora peggio da ASL pilota si sperimenti la novità offrendo a questo nuovo diritto per i Disabili una copertura teorica che non troverà mai riscontro con le esigenze reali.

Disabili DOC invita ancora una volta a una riflessione di carattere pratico, economico e umano: non sarebbe meglio attingere la “fornitura” del servizio dal mercato legalizzato della prostituzione a costi e condizioni pre pattuiti a livello governativo?

Ci rendiamo conto che questa proposta è fantascienza proposta in Italia. Non lo è però di più di quanto abbiamo descritto prima. Ricordiamo anche un altro dettaglio: l’Assistente Sessuale è una figura propedeutica, insegnerà a prenderci cura del nostro corpo e ci mostrerà l’arte del piacere. Dopo se il Disabile non troverà una compagna o un compagno tutto questo sapere e tutta questa arte dove li andrà a sfogare?
Tornerà, se può, a prendere la via per i paesi del Nord Europa dove la prostituzione è legalizzata o semi legalizzata? Oppure ricorderà con nostalgia quanto poteva fare ma non può più?

I numeri non sono tutto e se noi abbiamo fatto i calcoli correttamente (abbiamo ragionato per difetto) saranno proprio quelli che determineranno il fallimento di un progetto che invece dovrebbe essere attuato ma in maniera evoluta rispetto a quanto è stato già pensato.
Quello che è peggio, quello che ci sembra veramente più crudele è far gustare la vita a chi poi dovrà tornare a sopravvivere in assenza di ciò che è lecito e fisiologico desiderare.

Vi lasciamo alla lettura dell’articolo che venne pubblicato il 23 giugno scorso e che vi propone a pagina 2 il progetto completo pensato da Max Ulivieri. Buona lettura con “Assistente sessuale: omaggio all’operato di Max Ulivieri”!

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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