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Pensioni: quando una notizia imprecisa crea spunti di riflessione

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È apparsa in internet la notizia che i Disabili valdostani vorrebbero che la loro pensione sociale fosse portata a € 600. Peccato che i Disabili italiani, parlando di pensioni, siano ritenuti dallo Stato “asociali”.

Uno dei grandi problemi dell’Italia è che spesso si fa della letteratura senza sapere di ciò che si tratta. Abbiamo rilevato in Internet questa notizia “Disabili valdostani chiedono aumento pensione sociale” che dichiara come i Disabili valdostani vogliano a gran voce l’aumento della loro pensione sociale da € 280 a € 600.

Facciamo subito una premessa: in Italia vi è solo una pensione denominata sociale e non è quella erogata ai Disabili bensì a coloro che durante la loro vita non sono stati in grado, o non hanno potuto, accumulare contributi sufficienti per superare una certa soglia e quindi poter avere una pensione più elevata. Per risolvere la situazione di molte persone è stata istituita una pensione minima, denominata appunto sociale, proprio per definire una soglia al di sotto della quale non è possibile immaginare un differente valore pensionistico che garantisca una sebbene stringata vita dignitosa.

Questa pensione, la sociale, è composta di tredici mensilità per un valore annuo di 5.830,76 euro che porta a un mensile di 448,52 euro.

Mentre invece la pensione di invalidità riservata ai Disabili ha un valore mensile compreso fra i 279,75 euro e i 302,53 euro per quanto concerne, in quest’ultimo caso, le pensioni destinate ai ciechi civili assoluti.

Salta immediatamente all’occhio che lo Stato italiano non considera come sociali i Disabili avendo riservato loro una pensione non superiore a 302,53 euro che, nella maggior parte dei casi risulterà essere di 279,75 euro.

Che un’associazione non sappia nemmeno definire con il nome adeguato la pensione destinata alle persone che vuole tutelare ci fa pensare che in Italia manchi la preparazione per gestire quelle battaglie che, a conti fatti, generano solo aria fritta.

Prossimamente Disabili DOC, e non tarderà molto, affronterà il tema pensioni e limite di reddito dimostrando che in una società civile bisognerebbe immaginare di abolire, nella maggior parte dei casi, l’erogazione di una pensione di invalidità che rende il soggetto vecchio a partire dalla maggiore età castrandogli molti diritti a cui invece avrebbe diritto.

Uno Stato attento – e degno di essere definito tale – deve pensare che i Disabili prima ancora di essere immaginati come pensionati debbono essere invece visti come entità produttive destinate a una vita lavorativa che risulti anche inclusiva in una società che vedrà il Disabile protagonista come tutti gli altri.

Quindi piagnucolare l’aumento di una pensione sociale inesistente risulta inutile e lesivo anche nei confronti di una cultura sociale che si dovrebbe formare una volta per tutte basandosi su dati reali e non fantasie.

Disabili DOC ha un gran rispetto per le Associazioni che si dedicano ai Disabili, spesso si sostituiscono a uno Stato assente e migliorano la vita del Disabile. Rimaniamo però costantemente basiti dal fatto che le stesse associazioni, negli ultimi 30 anni, non abbiano compreso quali sono i punti su cui poggiare le giuste pretese per migliorare la vita di chi dipende dagli altri e che, in molti casi, potrebbe diventare più autonomo se non contribuire fattivamente alla vita del paese.

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