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Disabili DOC nacque dall’esperienza di Disabile DOC che fu un Blog di Carlo Filippo Follis attivo tra il 2006 e il 2008. Oggi il Magazine ritorna a essere un Blog e il suo autore un neo Publisher che vi propone il suo primo libro “Vittoria ~ L’attesa”.

Nella Copertina di questo mese e in un articolo pubblicato su Ideas & Business spiego l’avvenuta cessazione dell’attività editoriale, e non, di I&B e di come Disabili DOC continuerà. Non ripetiamoci ma voltiamo pagina.

Disabili DOC – Copertina di “Vittoria ~ L'attesa”

“Vittoria ~ L’attesa” Vol. 1 è il primo libro di Carlo Filippo Follis che potete acquistare in formato cartaceo o eBook sullo Store di StreetLib. Per il vostro San Valentino regalatevi un libro che racconta l’amore.

Ho dedicato a questa testata, oggi Blog, molto impegno. Ora ho deciso di dedicarmi anche a una attività di Self Publishing che mi ha già permesso di diventare l’autore di “Vittoria ~ L’attesa”. Ho sempre creduto, e con forza ribadito, che i Disabili dovrebbero raccontarsi e raccontare le vite di chi hanno conosciuto coinvolti in questa impegnativa avventura che è il vivere disabilmente.
Credere che l’opinione pubblica abbia una visione corretta del Disabile è come credere nella Fata Turchina o nell’Unicorno Bianco. La società vede quello che riesce a vedere e quello che gli viene proposto. Vi sono Disabili con grandi capacità che hanno fatto riflettere, sognare e palpitare i cuori di chi si trovava davanti alla TV in un dato momento. Purtroppo, per citare le parole di una canzone famosa, Uno su mille ce la fa. Per uno che ci fa sognare ve ne sono molti che non appariranno mai neppure agli occhi di chi vive nello stesso quartiere o paese.

Voglio continuare a mantenere vivo Disabili DOC nella speranza che un giorno o l’altro ci si renda conto anche dell’esistenza di chi oggi non appare in TV, nelle pagine di un libro o dovunque possa raggiungervi.
La società ha bisogno di credere che stiamo bene e che siamo felici e contenti perché così potrà proseguire con la coscienza pulita un cammino fatto di parole che poi non trovano seguito nei fatti.

Lo scorso luglio Disabili DOC ha proposto un’operazione culturale che era allo stesso tempo una riflessione per l’intera società. La provocazione fu: «Se diventassi Disabile anche io?»
Non c’è stata reazione, non c’è stata partecipazione. Pochi hanno accolto l’invito di immaginare come sarebbe stata la loro vita da Disabile e quei pochi articoli dedicati a questi soggetti coraggiosi li trovate linkati alla base di questo articolo.
Ciò che sconcerta è che un messaggio di questo tipo non solo non sia passato, non solo non è stato notato ma è anche stato rifiutato mentalmente da diversi operatori del settore, persone che lavorano nell’ambito di Fondazioni e a contatto con i Disabili. Una di queste persone che per lavoro si occupa di comunicazione, e che in seno alla sua famiglia ha una persona Disabile, mi spiegò che lesse l’articolo ma che subito la sua mente lo rifiutò. Questa persona continuò a spiegarmi che non era riuscito neppure per un istante ad accettare l’idea di immaginarsi come Disabile.
Sempre questa persona, sincera, ha fatto muro contro una paura folle, contro la consapevolezza di ciò che significa essere Disabili.

Se leggete le interviste che nei mesi passati Disabili DOC ha dedicato a molti personaggi difficilmente troverete una poderosa e “sguainata” rabbia nei confronti dell’essere Disabile ma non perché non ci si accetta – ci mancherebbe altro(!) – piuttosto perché è difficile vivere da Disabili e urlare le proprie necessità!
A luglio mi trovavo in Toscana e seduta accanto a me c’era una persona che è stata intervistata l’anno scorso su queste pagine. Nell’intervista ha raccontato come la disabilità avesse sicuramente modificato la sua vita ma in un certo senso forse anche migliorata. Bene, quella stessa persona, a quattr’occhi e sottovoce, mi fece una confessione: «Ti dirò, sono Disabile da soli 4 anni ma mi sono già quasi rotto i coglioni di esserlo!»

Una frase di questo tipo non la leggerete mai in un’intervista!
È troppo sincera, troppo reale; e contrariamente a quanto potreste credere non è neanche stata detta da una persona che non si è accettata. La persona in questione quando pronunciò quella frase aveva già metabolizzato la trasformazione da posso fare tutto da solo a devo chiedere molte cose a tutti.
La disabilità non è una manifestazione culturale, non è una forma mentis, bensì è un deficit. È quel qualcosa che toglie all’individuo la capacità di vivere in autonomia. Quindi ci si può accettare al 100% ma non si può e non si deve far finta che tutto vada bene perché altrimenti tutti penseranno che il Disabile, o i Disabili, non hanno bisogno di nulla, non hanno particolari necessità.
Questa stessa persona prima dell’incidente che ebbe non si chiese certamente: «Se diventassi Disabile anche io?»

Disabili DOC – “Io prima di Te”, locandina

Locandina del film “Io prima di Te”.

Un film uscito di recente è Io prima di Te. Se non l’avete visto guardatelo, merita!
È la storia di un giovane ragazzo di famiglia molto ricca che viene travolto da una moto e rimane paralizzato in maniera talmente grave da mettere in serio pericolo la propria vita anche attraverso l’incapacità di sudare come fanno tutti. Il film propone un storia molto bella nella quale una giovane badante gagliardamente fuori di testa, ma molto intelligente, si innamora di lui che comunque ha mantenuto il suo fascino ma che non gli servirà per decidere di continuare a vivere. Il film tratta quindi anche di un tema estremamente delicato quale l’eutanasia e porta a riflettere…
Proviamo a porci una domanda: «Se un ricco milionario Disabile che vive in un castello e ha la fortuna di avere una giovane donna che si innamora perdutamente di lui sceglie di togliersi la vita noncurante di tutte le preghiere che gli vengono rivolte per rimanere al mondo e rendere felice chi lo ama a prescindere da tutti i suoi limiti, come si può immaginare che per i Disabili la vita sia tutta rose e fiori?»

Trailer del film “Io prima di Te”.
La storia raccontata nel film è certamente degna del “miglior” San Valentino. Cosa c’è di più esaltante di un amore talmente totalizzante da far sì che una giovane donna si innamori di un Disabile a cui è rimasta solo la capacità di muovere la testa?

Se ho scritto tre racconti che hanno dato vita a “Vittoria ~ L’attesaVol. 1 è perché bisogna percepire la disabilita da chi l’ha vissuta, da chi la vive. È necessario capire le emozioni, i drammi, la solitudine e ancora la disperazione di chi tante volte non è nemmeno in grado di esercitare il proprio libero arbitrio.
Bisogna farla finita con le fonti battesimali che rinominano i Disabili ogni tot anni come si ridipinge un muro per farlo apparire nuovo e fresco mentre sotto la muffa si è cementificata. Sino a quando un giornalista Disabile dichiarerà che i suoi colleghi di disabilità ne sanno veramente poco, e forse anche per questo non ne parlano molto o ne parlano in maniera erronea, è necessario che i diretti interessati si facciano avanti e che spieghino dove la visione collettiva si sbaglia e si raddrizzi il tiro di quel convincimento che è fatto spesso di pure illusioni.

In Vittoria ~ L’attesa Pietro rinuncia alla sua amata perché negli anni ’50 le ferrovie non avevano una carrozza accessibile per lui che era seduto in carrozzina. Fortunatamente nei decenni le cose sono migliorate ma non abbastanza o non tanto come è accaduto in altri paesi dove i limiti di un Disabile coincidono con i limiti che può avere una donna incinta o un anziano.
In Vittoria ~ L’attesa un protagonista senza nome scrive una favola per dire Ti amo alla donna che vorrebbe accanto. Manca però il coraggio di manifestarsi come innamorato e c’è anche il desiderio di lasciare a Lei la libertà di un rifiuto nemmeno pronunciato ma espresso in quei fatti che non faranno seguire nulla alla lettura della storia.
in Vittoria ~ L’attesa c’è poi un protagonista che scrive a un’amica ricordando l’estate passata con lei e quella appena trascorsa con altri amici. C’è il rimpianto di un’opportunità persa, c’è però anche la gioia di essere affiancati da amici che costruiscono attorno al protagonista “mura casalinghe” tanto da dargli ospitalità e calore in un momento particolare della sua vita.

Disabili DOC – Copertina di “Vittoria ~ L'attesa”

“Vittoria ~ L’attesa” Vol. 1 è il primo libro di Carlo Filippo Follis che potete acquistare in formato cartaceo o eBook sullo Store di StreetLib. Per il vostro San Valentino regalatevi un libro che racconta l’amore.

Se oggi Disabili DOC è tornato a vivere e ha scelto come data il 14 febbraio – San Valentino – è perché una strana maledizione vede l’amore tanto centrale in ogni vita Disabile quanto, spesso, assente.
Purtroppo quell’amore impalpabile, invisibile – perché sentimento – è molto attento alla forma, alla sostanza e alle capacità della dinamica di un corpo; tutte queste cose allontanano quasi sempre il coraggio di amare da chi amerebbe ma ha paura e castrano invece, molte volte, il coraggio di chi si dovrebbe dichiarare ma non lo fa per il timore di perdere quella persona tanto importante che quantomeno esiste in una forma differente da quella dell’amata o dell’amato; però c’è!

Ecco perché San Valentino è il giorno più adatto per ritornare e ricominciare a raccontarsi senza la paura di dire le cose come stanno, senza la paura di pestare i calli a quei soggetti inebetiti dalla forma di questo o di quel dettame che giunge da una convenzione o da una visione collettiva comoda ma falsa.

Se vi volete bene come Disabili, oggi festeggiatevi perché ve lo meritate e anche perché se non amate prima voi stessi, il vostro essere, non potrete certamente pretendere che lo faccia qualcuno al vostro posto o prima di voi.

Bene, buon San Valentino a Tutti!

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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