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Roberto Russo: intervista all’autore di “Non arrendersi mai”

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Un messaggio forte: “Non arrendersi mai”. Conosciamo meglio l’autore e approfondiamo il messaggio espresso nel titolo del libro.

«Tutto scorre, cogli l’attimo», questo è il messaggio che vi dedica Roberto Russo autore di Non arrendersi mai. Mi trovo nella stessa condizione in cui mi mise Zoe Rondini con la sua splendida intervista: il modo migliore per presentarvi Roberto Russo è lasciarvi alle sue parole.

Passo quindi la parola a un altro D-Protagonista: Roberto Russo.

D: Buongiorno Roberto, partiamo dalla domanda “mappamondo”. Chi è Roberto Russo?

Disabili DOC – Roberto Russo, l'autore di “Non arrendersi mai”, indossa con soddisfazione la maglietta del progetto Handiphone

Roberto Russo indossa con soddisfazione la maglietta del progetto Handiphone.

R: Sono nato a Imperia il 21 giugno 1973. Ho conseguito il Diploma universitario in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Torino nel 2004, presentando come tesi il software Handiphone, che consiste in un ausilio per la comunicazione telefonica a favore dei disabili. Dal 2007 sono impiegato presso l’Istituto Superiore Mario Boella come ricercatore informatico e dal Febbraio 2014 faccio parte del programma strategico Smart Health, dove ci occupiamo di sviluppare programmi di Sanità Personalizzata e di Assisted Living per ridurre la permanenza dei pazienti nelle strutture ospedaliere.

Nel 2012 ho inoltre messo a punto un’applicazione del programma Handiphone per il S.O. Android al fine di realizzare un comunicatore utilizzabile sui tablet attualmente offerti dal mercato. La relativa documentazione e l’applicazione, direttamente scaricabile a costo zero, sono presenti nel sito Handiphone.it.

A partire dal mese di Gennaio 2013 collaboro al progetto “Stephen Hawking” – percorsi di eccellenza Hawking.ismb.it, promosso dal Comitato per l’Integrazione Scolastica, come esempio di riferimento, unitamente alla Dott.ssa Federica Mattalia. Il progetto consiste nel presentare nelle scuole superiori percorsi di eccellenza in situazioni di handicap, contro l’abbandono scolastico e la rinuncia alla ricerca dell’integrazione lavorativa e sociale (i giovani NEET: Not in Education, Employment or Training).

D: Roberto Russo nasce o diventa Disabile?

R: La mia disabilità è stata causata da ipossia neonatale che ha causato la distruzione di numerosi collegamenti cellulari nel campo motorio.

D: Lei è l’autore di un libro dal titolo inequivocabile, esplicito: “Non arrendersi mai”. Il messaggio è chiarissimo, la domanda quindi è: in cosa lei non si è mai arreso? Volendo girare la domanda quali sono i successi di vita di Roberto Russo?

R: Ogni esperienza è un tassello importante della nostra vita. Non mi sono mai arreso nella ricerca dell’indipendenza relazionale. L’Autonomia non è fare cose da solo, ma è il sapersi fare aiutare, dove non si è in grado di fare da soli. Secondo me i veri successi sono tutte quelle situazioni dove si riesce ad esprimere appieno le proprie capacità.

D: Qual è stato il percorso di vita che l’ha portata a voler scrivere “Non arrendersi mai”? E quali sono, se ci sono, le difficoltà che l’hanno portata a esclamare “Non arrendersi mai”?

Disabili DOC – “Non arrendersi mai”, il libro

“Non arrendersi mai”, il libro.

R: La storia di questo libro, ha avuto inizio nella parrocchia della Stella di Rivoli, dove ho trovato un bel clima di amicizia. Già allora mi piaceva raccontare. Un bel giorno mi sento dire che, secondo la persona con cui stavo parlando, avrei potuto scrivere, in forma di racconti, le mie esperienze. Così, ho iniziato a scrivere, raccontando alcuni episodi, sotto forma di diario. La cosa mi piaceva, e ci ho preso gusto. Piano piano, ho scritto le mie diverse esperienze, a volte positive, a volte negative, che la vita mi presentava. La voglia di scrivere è andata avanti negli anni, anche se non in modo continuativo. Ho scritto anche delle poesie, e ne ho inserite alcune nel libro. Quelli che erano degli scorci di vita, sotto forma di racconti episodici, sono diventati i componenti, opportunamente collegati, che hanno formato il testo del libro. Il titolo è semplicemente l’espressione che rappresenta il mio atteggiamento di fronte alle avversità della vita.

Disabili DOC – “Non arrendersi mai”, il libro, retro copertina

D: Qual è la sua attuale professione? E come è giunto ad essa?

R: Nel periodo scolastico sognavo di poter lavorare perché mi è sempre piaciuto fare qualcosa di concreto, di pratico, che desse subito dei risultati evidenti. Per me il computer è stato ed è il mio mezzo per esprimermi ed esprimere le mie capacità. Col tempo mi sono reso conto che non basta un computer, ma il computer è solo un mezzo. Il vero lavoro è quello che si crea tra le persone. Purtroppo sovente si pensa che per il Disabile basti essere occupato per un po’ di ore e quindi gli si danno dei lavori passa tempo o, peggio ancora, non adatti alla persona.
Nel mio percorso formativo ho sempre fatto dei lavoretti, più o meno interessanti. Finalmente adesso posso dire di essere soddisfatto. Da 2 anni, infatti, sono riuscito a trovare una situazione valida e con un buon inserimento come informatico nei programmi di lavoro.

D: Roberto Russo è un Disabile Protagonista che si è affermato in ambito lavorativo e oggi è anche autore di un romanzo autobiografico – mi dica se ho definito bene il suo libro – e di conseguenza vive una vita di “successo”. Qual è il messaggio principale che lei da attraverso la sua opera per spronare a “Non arrendersi mai”?

Disabili DOC – Roberto Russo, l'autore di “Non arrendersi mai”, in piazza San Pietro

Roberto Russo in piazza San Pietro.

R: Ogni vita dovrebbe essere di successo. Ritengo che quando riesco ad essere parte attiva della società mi sento bene e produttivo. Il mio messaggio è comunicare al maggior numero di persone possibile che la disabilità può essere vissuta in modo costruttivo e che l’integrazione nella società non è un miraggio ma un obiettivo realizzabile.

D: La vita di un Disabile è speso carente in differenti ambiti. La sua è sicuramente completa da un punto di vista lavorativo e mi viene da pensare che sia stata anche positiva nel percorso degli studi che poi l’hanno portata a diventare ciò che è oggi.
La vita affettiva di Roberto Russo com’è? È completata da una partner oppure è single?

R: Esistono alti e bassi, cose positive e cose negative. Come descrivo nel libro, il mio percorso scolastico e lavorativo non è stato affatto facile.
La mia vita affettiva non è stata coronata da una situazione di coppia, anche se questo è un mio obiettivo di vita.

D: Qual è la giornata, o la settimana, tipo di un Protagonista che non si arrende mai?

R: Sono al lavoro in sede 3 giorni alla settimana. Vado in piscina 2 volte alla settimana, uso facebook, frequento un’associazione di volontariato di Alpignano e quando posso vado in bici sulla mia trike.

D: Col tempo ci conosceremo sempre meglio, ma già da ora apprezzo il suo Protagonismo. È una dote che non tutti i Disabili hanno, anzi, molti tendono a non fare emergere la loro stessa natura quasi per non attirare su di se un’attenzione che potrebbe ricalibrare gli sguardi della società. Qual è il messaggio che Roberto Russo potrebbe lanciare ai suoi colleghi Disabili per incitarli a un maggiore Protagonismo affinché siano di esempio per i meno audaci e coraggiosi?

R: Quindi la disabilità è diventata una professione? Ah già è vero che chi non lavora prende oltre all’accompagnamento la pensione! Penso che ogni persona abbia il compito di trovare il suo posto nella società e il messaggio potrebbe essere: «Cercate la vostra strada e cercate di non farvi abbattere da situazioni o persone che possano ledere la vostra energia.».

D: Quali sono i suoi progetti per il futuro?

R: E chi lo sa? Sicuramente portare avanti con diversi mezzi il mio messaggio di integrazione, realizzare concretamente dei progetti per portare aiuto nel campo della disabilità.

D: L’ho vista in una foto su una bicicletta da corsa per Disabili. È anche sportivo? Quali sono le sue passioni e come ama impegnare il tempo libero?

R: Perché da corsa? Si tratta semplicemente di una trike, cioè bicicletta a tre ruote, che uso tutte le volte che le circostanze me lo permettono. Data la mia situazione di disabilità, pedalare è anche un buon esercizio fisico. Mi piace anche la montagna e ho un tipo di carrozzina elettrica adatta per strade sterrate. Ovviamente frequento abitualmente la piscina e ho una serie di amici con cui mi piace relazionarmi in situazioni diverse.

D: Bene, siamo giunti al termine. Ora le chiedo semplicemente una chiosa tutta sua, comunichi ai lettori di Disabili DOC qualunque pensiero o messaggio che le stia a cuore.

R: Panta rei, Carpe diem.

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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