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Disabili Down “troppo lenti” per fare in autonomia il biglietto del treno

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Riprendiamo una notizia comparsa ieri su Il Fatto Quotidiano per riflettere su un problema che non è di biglietti, di ferrovie o di servizio ma come sempre è di tipo culturale.

Ci sembra inutile ripetere l’intera storia che potete leggere in questo articolo. La notizia in sostanza è semplice: un addetto alle biglietterie di Trenitalia si è rifiutato di fare un biglietto a dei ragazzi Down perché secondo lui avrebbero rallentato troppo la coda formata anche dagli altri utenti.

Sicuramente viviamo una vita frenetica che ci porta a raggiungere, per esempio, la biglietteria di Trenitalia all’ultimo, quando manca poco alla partenza del nostro treno. Ci dobbiamo muovere per svago o per lavoro o per qualunque altro motivo ma la pretesa resta di essere serviti nel minor tempo per evitare di prendere il treno.

Capita alle volte di essere in coda e di trovarci difronte delle persone che non sono in grado di agire con la rapidità di una persona giovane o comunque scattante. Può essere un Disabile o semplicemente un’anziano che ha perduto con l’età i riflessi dei giovani che gli stanno guardando le spalle.

Nell’articolo emergono molti problemi, primo fra tutti l’elemento scatenante della vicenda e quindi quell’addetto alla biglietteria che si rifiutò di servire una clientela particolare, con l’eventuale necessità di essere supportata in determinate operazioni. Questa pregiudiziale è grave, non è un lacuna di servizio ma è una lacuna culturale alimentata da una grave realtà: tutte le grandi imprese – non ultima Trenitalia – hanno ridotto drasticamente il personale quindi la gravosità di determinate mansioni viene accentuata dal numero di utenti che vanno serviti da ciascun addetto.

In molte stazioni la biglietteria è scomparsa, in altre si sono ridotti gli sportelli. Il problema non è il Disabile o l’anziano, il problema è che l’utenza – i cittadini italiani e non – non viene tutelata da normative che regolamentano un esatto bilanciamento fra flusso di utenza e addetti a soddisfare le esigenze di chi si avvale di questo o di quell’atro servizio.

La coordinatrice dell’Associazione Eliana Pin dichiara che:

Purtroppo per fare i biglietti con la carta blu l’unico modo che Trenitalia ci mette a disposizione è andare allo sportello perché non è possibile né farli online, né dalla biglietteria automatica in quanto richiede la compilazione dei dati. Non è colpa nostra se la procedura è lenta, è un problema solo di Trenitalia che ad oggi nonostante la denuncia su Facebook dell’accaduto non ci ha ancora chiamati per chiederci scusa

Questa dichiarazione non è corretta. I titolari della Carta Blu possono fare i biglietti online senza alcun problema, un’apposito form permette di inserire l numero della propria carta nonché il nome dell’accompagnatore – come Disabile è una procedura che uso da tempo – purtroppo il problema va visto sotto una differente ottica.
Acquistare un biglietto online presuppone il possesso di una carta di credito, di una ricaricabile o di un conto PayPal, non so quanti ragazzi Down gestiscano il proprio credito attraverso questi strumenti e quindi il problema non è la mancanza della soluzione quanto la non accessibilità a questa determinata procedura.
Si può ricorrere comunque a un escamotage che potrebbe indurre uno degli accompagnatori ad acquistare i biglietti di tutti i ragazzi con la propria carta di credito; ci troviamo però difronte a un ennesimo problema, ossia quello di gravare la carta di un privato cittadino di costi che non sono riconducibili alle sue personali necessità con tutto quanto ne potrebbe derivare.

Quindi seppur imprecisa la dichiarazione della Dott.ssa Pin nei fatti è veritiera.

C’è ancora da porsi un ennesimo interrogativo: se una società come Trenitalia non è in grado di fare il biglietto a un gruppo di Disabili Down come può garantire l’assistenza, per esempio, nella salita e nella discesa di persone in carrozzina?

Ribadiamo un concetto: è una questione di cultura e non è colpa di Trenitalia o di qualunque altra società operante nel nostro paese quanto piuttosto del fatto che sul territorio operano più di 2.800 Associazioni pro Disabili e che negli ultimi 30 anni non hanno saputo esigere – pretendere – che la Nazione fosse pronta ed educata a rispondere alle esigenze di una gran parte di popolazione.

Questo è il vero problema! Si chiacchiera, si discute ma non si mette mai alle strette il mondo della politica per far comprendere il peso del D-Mondo in relazione alle prossime politiche. Non si è mai fatto un discorso pre-programmatico con le varie realtà politiche per vendere i nostri voti a chi prima di giungere in Parlamento dovrebbe essere obbligato a dichiarare i propri intenti nei confronti della nostra categoria.

Purtroppo siamo un popolo di parolai a cui manca concretezza e la visione di come dev’essere definito il futuro a tutela di tutti perché la disabilità e potenzialmente di tutti.

Image Credits: Nuovavenezia.gelocal.it

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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